Il peperoncino e il suo gusto piccante accompagnano spesso le pietanze di diverse parti del mondo, oltre essere utilizzati per conservare alcuni alimenti, come la ‘nduja, dove l’abbondante contenuto di peperoncino, con le sue proprietà antisettiche, fa sì che essa non abbia bisogno di conservanti.

Cosa dà il senso di piccantezza

La sensazione di piccantezza del peperoncino è data dalla capsaicina, una sostanza presente anche nello zenzero.

La capsaicina è una molecola grassa prodotta dalla parte che sta tra la buccia e l’interno del peperoncino. Ognuno di noi ha una tolleranza diversa alla capsaicina, c’è chi resiste meglio e chi resiste meno; dipende da come il nostro corpo reagisce a questa sostanza.

Essa si lega a delle proteine particolari, maggiormente presenti sulle mucose, che vengono stimolate dalla capsaicina che, quando si lega ad esse, porta alla sensazione di bruciore in bocca.

Quando si assumono peperoncini molto piccanti (ossia con un’alta concentrazione di capsaicina) molte molecole di questa sostanza si legano ai recettori che faranno percepire il calore inviando al cervello dei segnali che però, non essendoci nulla di realmente caldo, quando la capsaicina si stacca dalle proteine, vengono interrotti e non si avverte più bruciore.

Perché piace

Il piccante ci piace proprio per questa sensazione di bruciore. Infatti, essa porta al rilascio di endorfine, dei neurotrasmettitori che servono a bloccare la capacità dei nervi di trasmettere segnali di dolore, per evitare esagerate sofferenze.

Le endorfine sono le stesse sostanze che vengono rilasciate dopo l'attività fisica, e possono regalare sensazioni di benessere ed euforia.

Per chi ama il piccante, la capsaicina ha un effetto piacevole: il gusto pungente aggiunge qualcosa di straordinario, e ci sono anche diversi benefici per la salute, in quanto stimola il metabolismo e ci aiuta a farci sentire sazi.

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